Er “Cachemme”

[…] Aveva le mani d’oro, qualsiasi lavoro manuale facesse aveva la genialità di farlo accuratamente e nel modo più semplice. Solo lui riusciva a lavorare otto mazze, chiunque provava a farlo faceva schizzare le copie dei giornali dappertutto. Aveva difficoltà però a comprendere ciò che leggeva. Si iscrisse al partito più per riconoscenza che per altro e la sera, nell’intervallo, mentre mangiava la cena che la moglie gli aveva preparato, leggeva da buon compagno l’Unità e mi tormentava chiedendomi mille spiegazioni, che io mi sforzavo di dargli pur vedendo che non capiva appieno.

In quei giorni passò un produttore di una casa editrice del partito e gli affibbiò, a rate, tutte le opere di Stalin: otto volumi! Diligentemente nell’intervallo prendeva il primo volume e leggeva, poi aspettava il mio ritorno dalla mensa e cominciava il tormento, dovuto al fatto che io non riuscivo a spiegargli ciò che aveva letto, non trovavo una via di comunicazione per fargli capire ciò che leggeva. Eppure era scritto in modo semplice, stile catechismo, evidentemente Stalin, o chi per lui, pensava di rivolgersi a dei deficienti. Non erano solo scritti politici, spaziavano su tutto lo scibile umano, parlavano anche di linguistica. Disperato cominciò a imparare il primo volume a memoria, di cui era ben fornito, e la sera mi ripeteva intere pagine. Per fortuna sua, ma soprattutto mia, venne il ventesimo congresso e la destalinizzazione. Il Cachemme la prese male, per questi tipi la fine dei miti è traumatica, io lo consolavo dicendogli che era normale che in politica ci fossero degli errori, che era Stalin che aveva sbagliato e non il partito, e via dicendo.

Piano piano lo feci riappacificare con la politica e da ultimo aggiunsi: “Pensa invece a quanto sei fortunato, la destalinizzazione è avvenuta quando stavi ancora al primo volume, pensa se tardava e avveniva quando avevi imparato tutti gli otto volumi a memoria”. Si mise a ridere e si tranquillizzò. Però ebbe una lunga discussione con il produttore, perché i volumi che pagava a rate non volle più pagarli, anzi voleva restituirli; non so se poi li abbia più pagati o no.

Da “Italia Semiseria”, presto disponibile come ebook.

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